In questo titolo l’essenza della fine della relazione di coppia. Quando finisce, un amore lascia sempre dietro di sé detriti e risentimenti e allora ci chiediamo: come si fa a separaci bene?
Come si fa a restare buoni genitori quando la fiducia nell’altro è venuta meno, quando ci sono continui dispetti e sgarbi?
Come si fa ad andare avanti quando le incomprensioni sono all’ordine del giorno, quando tutto ci crolla addosso e nel dolore, nella sofferenza, nella paura del futuro, nell’avvilimento, dobbiamo trovare la forza per quel ragazzino o per quei bambini che non hanno alcuna colpa e chiedono solo di essere amati dai loro genitori e di amare entrambi i genitori?
Certo una risposta univoca non c’è, nessuno ha la bacchetta magica e neppure la mediazione familiare fa miracoli, però è un aiuto, è uno strumento a cui dar fiducia e che funziona tanto meglio quanto i genitori si pongono con uno spirito costruttivo proiettato verso il futuro e non rivendicativo o punitivo.
In mediazione non si discute delle ragioni della fine della relazione, non si danno patenti di buoni e cattivi e non si fanno analisi spicciole, non si insegna a essere buoni genitori.
In mediazione si cercano accordi nell’interesse dei figli per il loro futuro: la mediazione familiare è una stanza, un luogo protetto, un luogo di cura della relazione genitoriale.
Un luogo nel quale anche i diritti dei genitori sono messi sotto attenzione, non ci saranno né vinti né vincitori, ma ci sarà un ecosistema familiare nel quale tutti “staranno comodi”.
“I diritti dei genitori devono contenere i diritti dei figli”: in mediazione si parla di soldi, si parla di case, nuove e vecchie, si parla di esigenze dei figli, si parla di scuola e di doposcuola, di chi accompagna chi a calcio o in piscina, o a inglese, si parla di vacanze estive, di corsi di studi, si parla di come introdurre i nuovi compagni nella via dei figli.
Si parla di vita, insomma, non di cose astratte.
In mediazione si fanno piccoli passi, si raggiungono accordi, anche piccoli, poi ci diamo appuntamento per la volta successiva: i genitori sperimentano quegli accordi nella vita di tutti i giorni, poi ci ritroviamo tutti assieme e ci diciamo cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato, cosa va bene e cosa va cambiato.
I genitori così provano a riacquistare quella fiducia reciproca persa, imparano di nuovo a essersi da reciproco sostegno nella crescita dei loro figli e ad essere di sostegno ai figli. Ricercano il rispetto che porta a non parlar male l’uno dell’altro, apprendono un linguaggio che apre porte e finestre e non che innalza muri e barriere, da usare anche in presenza dei figli.
Questo è la mediazione familiare.
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